Un Percorso tra Mito, Botanica e Successo Televisivo
Il nome italiano “carciofo” e le sue varianti dialettali derivano dall’arabo خرشوف (ḵuršūf). Nelle lingue del Nord Italia, è chiamato “articiocco” o “articioc”, mentre nel Sud si diffonde dalle varianti siciliane come “carciòffula/carcòcciula/cacòcciula”.
La domesticazione del carciofo sembra aver avuto luogo in Sicilia nel I secolo circa. Ancora oggi, in orti familiari nella Sicilia centro-occidentale, si conserva una cultivar che rappresenta una forma di transizione tra il cardo selvatico e alcune varietà di carciofo.
La tradizione del consumo di carciofi inizia nel XV secolo in Italia, proveniente dalla Sicilia e comparendo in Toscana nel 1466. Caterina de’ Medici introduce il carciofo in Francia, dove diventa popolare. Gli olandesi portano i carciofi in Inghilterra nel 1530, e i colonizzatori spagnoli e francesi li introducono in America nel XVIII secolo. Oggi, i carciofi sono considerati una specie invasiva in alcune regioni, come in California.
Secondo la mitologia greca, il carciofo è associato alla storia di Cynara, una ninfa dagli occhi viola, capelli color cenere e cuore gentile. Zeus, colmo di rabbia dopo essere stato respinto da Cynara, la trasformò in un vegetale spinoso ma dolce, incarnando così l’origine della pianta. Il carciofo, protagonista della leggenda, è anche l’icona di copertina del Cynar. Questo amaro italiano ha guadagnato popolarità non solo per il suo sapore unico, ma anche grazie a pubblicità televisive accattivanti che hanno catturato l’attenzione del pubblico.